MANIFESTO
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UNA STORIA FAMILIARE
La famiglia Chini affonda le sue radici nella storia dell’agricoltura trentina fin dall’inizio dello scorso secolo. Originaria della Val di Non, dove ancora possiede e coltiva con dedizione pregiate mele, per volere di Graziano Chini, fondatore della cantina, inizia il suo percorso anche nella viticoltura agli inizi degli anni 2000.
UNA STORIA FAMILIARE
La famiglia Chini affonda le sue radici nella storia dell’agricoltura trentina fin dall’inizio dello scorso secolo. Originaria della Val di Non, dove ancora possiede e coltiva con dedizione pregiate mele, per volere di Graziano Chini, fondatore della cantina, inizia il suo percorso anche nella viticoltura agli inizi degli anni 2000.
UNA STORIA FAMILIARE
La famiglia Chini affonda le sue radici nella storia dell’agricoltura trentina fin dall’inizio dello scorso secolo. Originaria della Val di Non, dove ancora possiede e coltiva con dedizione pregiate mele, per volere di Graziano Chini, fondatore della cantina, inizia il suo percorso anche nella viticoltura agli inizi degli anni 2000.
650 m.s.l.m
Qui, tra la fresca brezza alpina, nasce un prodotto che custodisce l’anima delle montagne
Qui, tra la fresca brezza alpina, nasce un prodotto che custodisce l’anima delle montagne
SOTTOSUOLO
In entrambe le tenute la formazione geologica dei suoli è di matrice calcareo-dolomitica. Sul Monte Argentario, a Martignano, un tempo era presente un’intensa attività mineraria.
SOTTOSUOLO
In entrambe le tenute la formazione geologica dei suoli è di matrice calcareo-dolomitica. Sul Monte Argentario, a Martignano, un tempo era presente un’intensa attività mineraria.
Il nome Argentario deriva dai giacimenti d’argento coltivati nel Medioevo da minatori di origine germanica, i canòpi, che estraevano il prezioso metallo per conto del Principe Vescovo: con l’argento estratto si coniava allora la moneta di Trento.
Da qui proviene anche il Rosso Ammonitico, la roccia utilizzata per costruire la città di Trento fin dall’Età romana.
Il nome Argentario deriva dai giacimenti d’argento coltivati nel Medioevo da minatori di origine germanica, i canòpi, che estraevano il prezioso metallo per conto del Principe Vescovo: con l’argento estratto si coniava allora la moneta di Trento.
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